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Fake news: quanto siamo informati?



Si informano sui social network (72%), e a seguire sui giornali online, “googlando” sui vari motori di ricerca o sui blog degli influencer, fonti alle quali non cercano alternativa nel 39% dei casi ma solo la metà del campione si preoccupa di segnalare eventuali fake ai propri amici. Solo il 30%, di fronte a una notizia, sente la necessità di verificare che chi l’ha scritta sia un esperto.


E’ la fotografia scattata dal sondaggio “Fake Survey: Fake News e Millennials” realizzato da Osservatorio metropolitano di Milano e Job Farm tramite un sondaggio online rivolto ai nati tra il 1980 e il 2000 a Milano e Provincia. L’indagine, che ha preso in esame un campione di 1000 persone, è stata realizzata in occasione del convegno “Fake News: media, giovani e imprese”, patrocinato dalla Commissione europea e dalla Città metropolitana di Milano al quale sono intervenuti tra gli altri il vice presidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, il presidente di Osservatorio metropolitano, Andrea Orsini, e il direttore, Bruno Dapei, Marianna Vintiadis – Managing Director e Responsabile Kroll Sud Europa, Vincenzo di Vincenzo – Caporedattore Ansa responsabile della sede di Milano, Fabio Massa – Responsabile Affaritaliani.it/Milano e responsabile media per WikiMilano, Massimo Gaudina – Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e Leandro Diana, curatore di un video su Fake News realizzato per la Commissione, Marina Verderajme di Job Farm, moderati da Massimo Polidoro, giornalista e divulgatore scientifico autore di “Il mondo sottosopra” (Piemme).


“Una comunicazione corretta e la verifica delle fonti sono fondamentali per combattere il fenomeno purtroppo dilagante delle fake news – ha detto Fabrizio Sala – Soprattutto nella sanità il tema è quanto mai d’attualità e dobbiamo partire dai più giovani per fornire loro strumenti di difesa per combattere la falsa informazione che gira soprattutto nella rete”.


“La survey – spiega Marina Verderajme di Job Farm commentando i dati – ci restituisce, tra gli altri, un dato importante ovvero che i giovani non conoscono metodi e strumenti per verificare l’attendibilità delle notizie. È necessario pertanto fornire loro, attraverso percorsi di formazione, gli strumenti e i principi per consentirgli di informarsi con il giusto senso critico e prevenire disinformazione e possibili strumentalizzazioni”.


Marianna Vintiadis – Managing Director e Responsabile Kroll Sud Europa che ha ricordato come Secondo il Global Fraud and Risk Report di Kroll, il 27 per cento dei danni alle imprese a livello globale negli ultimi 12 mesi sia derivato da informazioni diffuse sui social media, “il 63 per cento degli intervistati, 588 business leader in tutto il mondo – ha detto – cita i social media tra le priorità principali per lo sviluppo di una strategia di difesa delle loro organizzazioni. Il danno reputazionale, infatti, che può derivare dalle diffusione di notizie false o imprecise è in aumento e sempre più oggetto di attenzione a ogni livello”.


Duro l’intervento di Massimo Gaudina, capo della rappresentanza milanese della Commissione europea che ha parlato di un vero e proprio complotto contro l’UE a suon di fake news: “Le fake sono una delle modalità più utilizzate per screditare l’Unione europea, occultare i suoi successi e manipolarne la percezione presso l’opinione pubblica – ha detto – Ma l’Europa sta mettendo in campo una solida strategia di contrasto”.


A tal proposito sono stati presentati infine i video promossi dalla Commissione europea realizzati da Leandro Diana e protagonisti di una campagna informativa al via in tutti i paesi UE.



Programma 29 ottobre 2019
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Fake news, la ricerca
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